CESTES e USB: a Milano e Palermo due corsi per affrontare insieme i cambiamenti della scuola italiana
Milano 5 aprile 2019: La presenza degli studenti immigrati nella scuola italiana: tra politiche pubbliche e ruolo docente, quali evoluzioni?
La politica di accoglienza della scuola italiana per gli studenti di origine straniera si basa sul principio dell’educazione interculturale, un principio che dovrebbe permettere la miglior gestione possibile di classi ormai multiculturali superando l’assimilazionismo e il mero multiculturalismo. L’intenzione, sulla carta, è quella di promuovere il dialogo e l’interazione paritaria tra le culture presenti a scuola.
Le politiche scolastiche e pubbliche si sono progressivamente trasformate in peggio: diminuzione dei fondi, mancato sviluppo di una politica scolastica organica di sostegno al percorso di studi complessivo di questi ragazzi, il tutto in presenza di politiche pubbliche sempre più “respingenti” e “segreganti” e in un clima di razzismo e xenofobia sempre più manifesto.
Questo corso parte quindi da un interrogativo essenziale: la via scelta dalla scuola italiana è realmente inclusiva e costruisce una dimensione di scambio paritario tra studenti autoctoni e studenti di origine straniera? La prospettiva culturalista che si è imposta tiene conto realmente delle condizioni materiali degli studenti immigrati e delle loro famiglie? Che cosa si intende per “condivisione interculturale”, “cittadinanza attiva”, “condivisione di regole e di valori”, parole chiave delle linee guida? A questo cercheremo di trovare una risposta coi partecipanti, anche attraverso metodologie laboratoriali che forniscano concreti strumenti didattici.
Palermo, 9 maggio 2019: Oltre le competenze, un approccio critico per una didattica plurale
Il modello delle “competenze” nella programmazione e nella didattica è stato imposto alla scuola italiana dall’alto. Il MIUR ha iniziato a richiedere che si programmasse per competenze e che le competenze si certificassero, perché questo è il modello europeo a partire dalle 8 competenze chiave di cittadinanza. È davvero necessario programmare e svolgere la propria didattica in questo modo? Le competenze possono esaurire il processo di insegnamento/ apprendimento?
Siamo convinti di no, crediamo fortemente che vi sia molto altro oltre le competenze e siamo anche convinti che centrare su di esse l’intera prassi didattica sia il frutto di una lettura semplicistica di ciò che di meglio ha prodotto la pedagogia attiva del secolo scorso, una lettura completamente prona al mercato, che nasconde finalità certamente non didattiche, ma orientate al risparmio e all’impoverimento del processo di apprendimento e della relazione educativa. Per questo vi invitiamo a ragionare insieme sulla possibilità di andare oltre le competenze, di riconquistarci una prassi didattica che risponda alle reali esigenze di docenti e discenti.