Mascherine Fca, USB presenta esposti in tutte le procure di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia
Continua l’azione di USB per garantire una reale sicurezza ai lavoratori della scuola e agli studenti.
Dopo aver sporto denuncia presso la procura della Repubblica di Roma, presso Procura regionale del Lazio e presso la Corte dei Conti sul caso delle mascherine prodotte negli stabilimenti FCA Italy per le scuole e le aziende, non rispondenti ai parametri stabiliti dal Dpcm 17 marzo 2020 n.18, stiamo portando la questione nel maggior numero possibile di procure.
Abbiamo infatti già presentato esposti nelle procure di tutte le province della Lombardia, dell’Emilia Romagna, della Toscana e della Sicilia e continueremo a farlo nei prossimi giorni, sempre sulla base delle analisi di Archa srl (società accreditata da Accredia, ente designato dal governo italiano ad attestare competenza, indipendenza e imparzialità dei laboratori che verificano la conformità di beni e servizi alle norme), sul "potere filtrante" di due lotti di mascherine FCA Italy.
Le analisi, come già reso pubblico, dicono che le mascherine pediatriche hanno un potere filtrante dell’83-86% (invece del 98% previsto dalla norma); le mascherine per adulti un potere filtrante dell’89-90% (invece del 98%). Vogliamo il ritiro di queste mascherine che hanno garantito immensi profitti a FCA, una multinazionale che non si vergogna di chiedere sostegno al governo italiano dopo aver spostato il centro dell’azienda in Olanda e Regno Unito e che esse siano sostituite da mascherine FFP2 per i docenti e da chirurgiche realmente a norma per gli studenti.
Le condizioni in cui si trovano le scuole italiane e i lavoratori è inaccettabile. Lo Stato ha fornito mascherine inadeguate fin dall’inizio dell’anno. Di fronte all’avanzare della terza ondata, che colpisce molto di più i giovani; con campagne vaccini differenziate tra regioni e le regioni del Nord, dove il virus ha colpito più duramente, complessivamente molto indietro; a fronte di aperture e chiusure a singhiozzo che certo non garantiscono una didattica adeguata e alla luce delle notizie allarmanti sulle condizioni psicologiche davvero precarie dei giovani (sono triplicate le richieste di ricoveri psichiatrici ed è aumentato in modo inquietante l’uso di ansiolitici e psicofarmaci), pretendiamo che la scuola sia finalmente messa al centro e non solo a parole.
Per questo continueremo a combattere perché la scuola possa operare in sicurezza e continueremo a denunciare tutti i deficit dell’azione governativa che non pare certo migliorare con il governo in carica.