Dopo più di un anno i precari attendono ancora la stabilizzazione
Era il 30 Novembre 2018 quando, al fianco degli studenti di Bastalternanza e dei precari della scuola, scendevamo in piazza, di fronte al MIUR, su una piattaforma rivendicativa chiara ed esaustiva. A distanza di un anno, i nodi problematici che chiedevamo di risolvere rimangono tutti aperti.
Gli organici delle scuole continuano a essere sottodimensionati, insufficienti al fabbisogno reale degli istituti, con il risultato che molti posti rimangono scoperti fino al mese di novembre e ricoperti solo a seguito di una ricerca affannosa e disperata di lavoratori precari.
Il 10 ottobre, in accordo con CGIL CISL UIL SNALS e GILDA, il governo ha licenziato un decreto definito “salva precari” che non solo non solo risolve per nulla il problema del precariato, ma addirittura mostra una natura vessatoria e iniqua che si abbatterà proprio su quei lavoratori che anno dopo anno hanno permesso il regolare svolgimento dell’attività didattica.
La legge 107, di fatto, è ancora viva e vegeta, nonostante i proclami della campagna elettorale, e ci sembra godere di buona salute nella misura in cui i suoi aspetti più perniciosi continuano a operare nel cuore stesso della scuola italiana. Gli istituti dell’Alternanza, degli INVALSI e la loro funzione sono stati solo ritoccati e non aboliti; l’organico dell’autonomia, la gestione del personale delle scuole, in particolare la figura del “docente di potenziamento”, è ancora in piedi e nelle mani di dirigenti scolastici sempre più plenipotenziari; il cosiddetto bonus del merito continua a essere ciò che è sempre stato, vale a dire una mancetta distribuita più o meno arbitrariamente a coloro che mostrano un asservimento più fedele al sistema.
Riteniamo sia giunto il momento che i lavoratori della scuola si mobilitino per chiedere un cambio di marcia radicale rispetto alla linea che gli esecutivi continuano a tenere.
In primo luogo risulta inderogabile la stabilizzazione dell’organico della scuola, con la trasformazione dei posti esistenti “di fatto” in posti “di diritto” (circa 200.000 posti comuni e di sostegno). Ne gioverebbero in primo luogo gli studenti e le studentesse che frequentano i nostri istituti. Ne gioverebbero in secondo luogo coloro che attualmente lavorano con contratti a tempo determinato, reiterati anno dopo anno dallo Stato. Trarrebbero vantaggio inoltre tutti quei lavoratori che vivono ancora nella condizione di esiliati a causa della mobilità straordinaria operata dalla legge 107. Potrebbero infine iniziare a lavorare serenamente collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi, oggi costretti a svolgere molte più mansioni di quelle che un singolo uomo o una singola donna sono in grado di espletare.
Occorre poi organizzare un PAS abilitante per tutti quei docenti che hanno maturato tre anni di servizio (180x3). Contemporaneamente, bandire un concorso che non umili la professionalità acquisita sul campo di centinaia di migliaia di lavoratori.
Infine, una terza questione urgente. Il Contratto Collettivo Nazionale è scaduto da un anno. Per evitare che il periodo di vacanza contrattuale si estenda, come già accaduto in passato, per un tempo troppo lungo, occorre mettere in campo un’azione di pressione sui soggetti chiamati a contrattare, rivendicando un rinnovo contrattuale che realizzi quel miglioramento delle condizioni lavorative (economiche e normative) che il precedente Contratto non ha realizzato.
USB Scuola proseguirà la lotta per ottenere la realizzazione delle rivendicazioni per i giusti diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola in tutte le sedi e in ogni forma possibile. Per sostenere il nostro percorso scrivete a scuola@usb.it