La fantastica storia dell'Istituto "Bottardi" di Roma: una settimana senza lezioni per fare scuola di dignità

Ci sono tanti modi per abbattere la scuola pubblica, in questi giorni, però all'Istituto Tecnico per il Turismo di Roma studenti, genitori e lavoratori si stanno opponendo ad una decisione arbitraria della Dirigente Scolastica che modifica l'orario scolastico allontanando, nei fatti, gli studenti dalla scuola e sbeffeggia gli organi collegiali.

 

In allegato la normativa, l'Atto di Rimostranza (a cura dei docenti di diritto del “Bottardi”)

e la diffida di USB.

 

 

Quello che sta succedendo al "Bottardi" è emblematico di una situazione che è bene più generale e che quest'anno si è particolarmente diffusa non solo a Roma ma tantissime scuole secondarie di tutto il paese, specialmente i tecnici e professionali.

 

Si tratta della riduzione dell'unità oraria a 50 minuti nei casi di "forza maggiore".

 

Molte scuole si trovano nella condizione di svolgere il proprio orario su 5 giorni settimanali (scelta spesso sponsorizzata dai Dirigenti) e, pur con il taglio netto di 6 ore al monte ore settimanale avvenuto in questi anni a causa dell'applicazione della "Riforma" delle Superiori, questo significa che almeno due giorni a settimana ad orario pieno gli studenti finiscono le lezioni dopo le 15.

 

Si potrebbe dire che non è poi un grande sacrificio, che ai “tempi nostri” si faticava di più.

Tutto è possibile ma quando la scuola si trova nella periferia di una grande città, la ferrovia ad Alta Velocità l'ha separata dal resto del quartiere, quando l'Istituto è uno dei soli 3 Istituti per il Turismo (tanti sono nella culla del turismo -Roma!), allora forse qualcosa bisogna fare.

 

Per decenni l'Istituto “Bottardi” ha seguito una procedura consolidata e supportata da leggi, contratti, circolari e delibere che gli ha consentito di effettuare orari più confacenti alle esigenze degli studenti provenienti da una vastissima zona.

 

Il Consiglio d'Istituto accerta lo stato di "forza maggiore per il pendolarismo" e delibera la riduzione dei 10 minuti ogni l'ora, c'è una effettiva riduzione delle ore di lezione, ma questa riduzione consente che queste si svolgano effettivamente e con profitto.

Il vero taglio è quello delle 6 ore settimanale fatta dalla Riforma Gelmini!!

 

In questo caso, le leggi, il contratto di lavoro, le circolari, i pareri dell'ARAN, prevedono che i minuti di lavoro non effettuato dai docenti NON vanno recuperati, perché appunto non dipende dal lavoratore.

 

 

Solo nel caso in cui il Collegio dei docenti per motivi didattici, cioè opti una diversa organizzazione del monte ore, i docenti devono recuperare con lezioni frontali agli studenti delle proprie classi.

 

Al “Bottardi” anche lo scorso giugno il Consiglio d'Istituto, all'unanimità, ha scelto questa soluzione, d'altra parte con questa organizzazione degli orari sono state prese le iscrizioni degli studenti.

 

Nel turbinio generale dei Dirigenti, o incaricati come nel caso della prof.ssa Genova, la nuova Dirigente non condivide la scelta e dopo vari e inutili tentativi di far deliberare al Collegio Docenti, il 24 ottobre a fine giornata, potremmo dire di soppiatto, lascia una circolare in cui ripristina d'autorità l'ora di 60 minuti.

Il giorno successivo tutta la scuola si trova con questa circolare ma la Dirigente non è presente in Istituto per un impegno di servizio “in Finlandia” , uno scambio culturale già programmato!

 

Gli studenti interrompono le lezioni, prendono vita assemblee di studenti, genitori e lavoratori.

 

I docenti immediatamente impugnano con, un atto di Rimostranza, la circolare, ma la situazione non si calma neanche dopo una settimana al rientro della Dirigente.

 

Ieri i genitori esasperati dalla completa chiusura della Dirigente per dirimere la questione, chiamano i carabinieri.

 

La giornata finisce con una delegazione di tutte le componenti nell'Ufficio Scolastico Provinciale nella stanza del dott. Minichiello (che già a conoscenza della problematica proprio per l'intervento dell'USB) registra i vari pareri, prende tempo (questo ci è già capitato!) e ammette “la questione non è di nostra competenza”!

 

Come hanno sempre affermato i lavoratori solo il Consiglio d'Istituto può decidere come ridurre la quota oraria per “forza maggiore”.


Oggi di nuovo assemblea, 54 docenti su 85 hanno fatto Atto di Rimostranza, l'USB ha inviato formale DIFFIDA alla Dirigente e per informazione agli Ispettori dell'USR.

 

La lotta di questi giorni degli studenti, dei lavoratori e dei genitori stanno dimostrando che la dignità e il rispetto delle sedi collegiali ha un valore più grande di qualsiasi piccolo compromesso e di piccoli risparmi che un Dirigente può produrre sulle spalle dei lavoratori e della scuola tutta.

 

USB è al loro fianco, invita tutti i lavoratori a fare l'Atto di Rimostranza tutti i lavoratori, compreso il personale ATA, e dunque a ripristinare il vecchio orario fintanto le “autorità” competenti non sciolgano la questione, Ispettori, Giudice del Lavoro, Organi Collegiali hanno ognuno una parte e devono svolgere i loro compiti.

 

Penseranno i docenti, il personale ATA e gli studenti a fare la scuola!