Istruzione per gli adulti: Il Governo ammette il fallimento delle politiche sull'istruzione ma continua a tagliare sulla Scuola Statale
E' dal 2000, con i Piani di Lisbona, che “Life-long learning” (l'istruzione permanente) è l'obiettivo che ha condizionato i percorsi didattici e la spesa pubblica per l'Educazione degli Adulti, aperta alla diretta gestione di enti privati (compresi i sindacati) che ha trasformato il percorso per l'acquisizione della licenzia media ad un corso di 400 ore.
Il risultato? Solo il 20% della popolazione raggiunge il “livello necessario (minimo ndr) per garantire il pieno inserimento nella società”.
Cosa fa il Governo? Taglia anche gli organici dei corsi serali per gli adulti, così come negli Istituti di Pena.
La società invecchia? Sorge anche il sospetto che i dati sulla speranza di vita non considerano il peggioramento della qualità della vita: dall'istruzione, alla salute, alla casa, all'età pensionabile.....e invece il Governo fa il conto proprio su questo!!
Questi gli strumenti previsti:
l’organizzazione per classi è superata dall’organizzazione in due livelli:
il primo per il conseguimento della “licenza media” e delle competenze per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione (primo e secondo anno della scuola superiore) possono iscriversi in casi stabiliti dagli USR in accordo con le Regioni anche i quindicenni! (tutti i ragazzi “problematici” potranno essere “scaricati” o all'Apprendistato o ai corsi per Adulti!)
Per conseguire la licenzia media saranno sufficienti 400 ore +eventuali 200; per il biennio delle scuole superiori l'orario è pari al 70% di quello del normale corso (esempio un ITIS, il 70% delle 32 ore sono 22,5 si ripercuote il taglio già fatto sugli orari dei tecnici e dei professionali).
Gestito dai Centri Territoriali Permanenti (se ne prevede l'istituzione di altri 128) che avranno la loro autonomia e i loro organi collegiali. La loro istituzione sarà possibile solo se ci sarà la chiusura di 128 istituzioni scolastiche “normali” !
Corsi di alfabetizzazione per gli stranieri per il conseguimento del livello A2: gestiti dai CTP.
il secondo, per il conseguimento di un diploma di istruzione tecnica, professionale e di liceo artistico; è possibile percorso a distanza fino al 20% dell'orario, organizzazione della didattica a “unità di apprendimento” sulla base di un “Piano formativo individuale” che deve tener conto delle competenze formali ed informali (“anche nel tempo libero”); classi formate per gruppi di livelli; Orario al 70% dell'orario dei corsi di riferimento itis, professionali, liceo artistico, possono essere istituiti altri tipi di licei; gestiti dalle Istituzioni Scolastiche dello corrispondente tipo saranno identificati dalle Regioni.
ORGANICI: parametri
per il primo livello nei CTP: rapporto non superiore a 10 docenti su 160 studenti (O.M. 455/97 ) calcolati sulla base della comunicazione, da parte del Dirigente Scolastico agli USR, dei dati sulla serie storica degli scrutinati
per il secondo livello (triennio) sulla base dei dati comunicati dal dirigente scolastico dell’istituzione scolastica al competente all'USR con riferimento alla serie storica degli alunni scrutinati, di quelli ammessi agli esami finali, nonché di quelli che hanno conseguito una certificazione relativa ai saperi e alle competenze previsti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
Questo significherà che avremo classi iniziali di 40-50 studenti che non potremo seguire e che gioco forza con completeranno i loro corsi, cosa già in atto in tanti Istituti. Per la scuola in carcere, forse, si può prospettare una chiusura definitiva.
Personale ATA (tecnico) nei Centri può essere assegnato in accordo con altre istituzioni in base di accordi “plurimi”.
Fase transitoria: i corsi serali cessano di funzionare il 31 agosto 2015.
“ le Regioni potranno compiere, entro il prossimo dicembre, gli atti di esclusiva competenza per programmare l’istituzione dei centri con i nuovi modelli organizzativi e didattici, che entreranno in vigore a partire dall’anno scolastico 2013/2014.”
per conoscenza:
Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri del 4 ottobre 2012
“DEFINIZIONE ASSETTO ORGANIZZATIVO DIDATTICO DEI CENTRI DI ISTRUZIONE DEGLI ADULTI
Il Consiglio ha poi approvato in via definitiva, su proposta del Ministro dell’istruzione, università e ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il provvedimento per la ridefinizione dell’organizzazione didattica dei Centri d’istruzione per gli adulti, compresi i corsi serali.
All’approvazione preliminare, data dal Consiglio dei Ministri il 12 giugno 2009, sono seguiti i pareri del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti.
Il provvedimento offre anzitutto una risposta importante, attesa da anni, per superare il preoccupante “deficit formativo” della popolazione, che ancora permane in Italia, dove oltre 28 milioni di cittadini adulti sono in possesso, al massimo, di un titolo di studio conclusivo del primo ciclo e oltre l’80% della popolazione adulta non raggiunge il livello 3, ovvero “il livello necessario per garantire il pieno inserimento nella società della conoscenza”.
La ridefinizione dell’organizzazione didattica è inoltre giustificata da alcuni importanti cambiamenti demografici. Il primo riguarda la radicale trasformazione della popolazione italiana: l’attuale indice di vecchiaia è già il più alto in Europa. Secondo l’ISTAT la popolazione italiana nel 2050 sarà composta per il 34,4 % da over 65enni (oggi al 19%, mentre all’inizio degli anni ’80 era al 13,1%). Aumenta anche la presenza degli stranieri. Secondo l’ultimo rapporto della Caritas gli stranieri regolari in Italia rappresentano il 7,5% e nei prossimi dieci anni si prevede che raggiungeranno il 10% fino ad arrivare, nel 2050, al 20%. Infine, un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalla mobilità sociale che nel nostro Paese è tra le più basse in Europa: più della metà di quanti hanno un genitore con, al massimo, la licenza media tende a riprodurre questa situazione e solo il 5% di questi raggiunge la laurea.
Il sistema didattico attualmente in vigore non è adeguato ad affrontare questi cambiamenti. Gli adulti hanno incontrato, sino ad oggi, molte difficoltà a innalzare i loro livelli di istruzione e formazione, perché l’attuale organizzazione didattica dei corsi per adulti è rigida e ripropone, in larga misura, gli stessi modelli seguiti per i ragazzi con meno di 18 anni, senza alcun riconoscimento delle conoscenze e delle competenze acquisite sul lavoro e nella vita quotidiana dalle persone (come avviene, da tempo, in molti Paesi dell’Ue). Con le nuove norme contenute nel regolamento potrà emergere progressivamente e messo in valore il grande capitale umano, rappresentato dai “saperi sommersi”, di cui sono dotati gli Italiani e coloro che vivono e lavorano nel nostro Paese.”
Indice commentato del Regolamento in allegato
art. 1 oggetto
art. 2 identità dei CTP
art. 3 utenza (anche i 15enni)
art. 4 assetto didattico (i due livelli; orari; i crediti)
art. 5 assetto organizzativo (profili esistenti; unità di apprendimenti; gruppi di livello; piano individuale; accordi di rete)
art. 6 Valutazione e certificazione (esami si Stato)
art. 7 Organi Collegiali dei Centri
art. 8 Gestione amministrativo-contabile
art. 9 Dotazioni organiche
art. 10 Monitoraggio e valutazione di sistema (valutazione degli apprendimenti da parte dell'INDIRE- relazione triennale al Parlamento)
art. 11 Disciplina transitoria, abrogazioni e norme finali
(nessuna spesa per la finanza pubblica- istituzione dei Centri chiusura delle istituzioni normali- in particolare comma 10:
“ Il passaggio al nuovo ordinamento è definito da linee guida, approvate con decreto del
Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, a sostegno dell’autonomia organizzativa e didattica dei Centri,
con particolare riferimento all’applicazione del nuovo assetto didattico dei percorsi di primo e
secondo livello con l’adattamento dei piani di studio ”)