TUTTI A CASA? GLI ATA A BOLOGNA ALZANO LA TESTA E SI MOBILITANO
Un centinaio di lavoratori della scuola oggi in corteo per rivendicare IL DIRITTO AL LAVORO, mercoledì 14 alle ore 16 ASSEMBLEA CITTADINA a Bologna.
Venerdì 9 settembre erano fissate le convocazioni per attribuire gli incarichi annuali al personale ATA.
Già il 7 ci si era resi conto con sgomento che i tagli avevano fatto sparire centinaia di posti, ma la realtà dei fatti è sembrata molto più grave del previsto, con più di 200 collaboratori scolastici, precari storici, condannati alla disoccupazione.
Questa mattina però si sono presentati molti dei colleghi che non erano neanche stati convocati e alla disperazione è subentrata la rabbia.
I delegati dell'USB hanno allora improvvisato un'assemblea nella quale si è deciso di attendere la fine della convocazione per poi iniziare un percorso di protesta.
Così, finite le operazioni, un centinaio di lavoratori si è incamminato verso il centro della città, gridando slogan contro il ministro e chiedendo semplicemente LAVORO.
In alcuni punti nevralgici hanno intralciato il traffico e, giunti all'altezza del maggior mercato cittadino, hanno spiegato alla cittadinanza il perchè di questa loro protesta spontanea.
Giunti al provveditorato, è ripresa l'assemblea.
I delegati dell'USB hanno spiegato che avevano già ottenuto dal responsabile dell'UST Aiello l'impegno per un incontro la settimana prossima. All'incontro dovrà partecipare una delegazione dei lavoratori che andrà a chiedere chiarimenti sulle modalità di determinazione dell'organico; chiarimenti sull'attribuzione dei posti non ancora assegnati e, soprattutto, un impegno per ottenere altri posti, visto anche che le scuole bolognesi non possono affrontare il nuovo anno scolastico con così poco personale ATA.
Nel frattempo è stata fissata un'assemblea cittadina per mercoledì 14 alle ore 16 (presso la sala del Quartiere Porto in via Dello Scalo 21).
Alcune considerazioni:
E' un fatto importante che durante le nomine, di fronte alla negazione del diritto al lavoro, i precari della scuola abbiano alzato la testa e protestato collettivamente anziché tornare subito a casa divisi e rassegnati. Inoltre, le proteste dei precari raramente avevano visto un protagonismo del personale ATA.
Molti dei colleghi che ci hanno seguito nella protesta sono iscritti ad altri sindacati, ma erano ben coscienti che questi non avevano nessuna intenzione di organizzare la loro rabbia per avviare una mobilitazione.
Sappiamo bene che un corteo non risolve i problemi (per quanto sia significativo il momento e la modalità in cui è nato), che un incontro al provveditorato potrà forse farci avere un'attestato di solidarietà o la solita letterina al ministero. Questo è solo il primo passo: Occorre che la protesta si estenda alle altre città della regione e del paese e che vengano coinvolti gli Enti Locali.
Il solo Comune di Bologna elargisce ogni anno alle sole scuole dell'Infanzia private oltre un milione di euro, mentre l'intera Regione Emilia Romagna dà alla scuola solo 4 milioni di euro, compresi fondi per le stesse scuole private. E' il momento che la regione si prenda veramente carico della scuola e che stanzi risorse sufficienti a permettere alle scuole di integrare gli organici falcidiati dai tagli, tramite l'assunzione dei precari con contratto statale.
La protesta dovrà coinvolgere anche i pochi “fortunati” che hanno ottenuto qualche spezzone e il personale di ruolo. Di fronte ai tagli, verrà loro chiesto un forte aumento dei carichi di lavoro e sarà necessario organizzarsi per difendersi da uno sfruttamento che si tramuta in perdita di posti di lavoro.
Su questa base mercoledì prossimo proporremo ai lavoratori di proseguire la mobilitazione, consci della difficoltà e della lunghezza del percorso che ci attende, ma anche della coscienza che non ci si può più illudere: O LOTTIAMO ORA, O ANDIAMO TUTTI A CASA!