Malessere generale nel mondo della scuola. 7 e 8 giugno, confermato lo sciopero degli scrutini

I precari della scuola con USB-RdB hanno concluso le assemblee nelle scuole.

di Giovanni Portas

Nazionale -

Indetto lo “sciopero breve” durante gli scrutini, nelle giornate del 7 e 8 giugno, merito di USB-RdB Scuola. I professori metteranno il tappo alle loro penne e si rifiuteranno di proseguire nelle fasi di scrutinio. Le motivazioni sono leggittime e sacrosante. I tagli dell’ultima finanziaria di Tremonti hanno stravolto la scuola, ridimensionati edifici scolastici, sovraffollato di alunni le classi, licenziato precari anche storici. Un anno scolastico che conferma quali siamo stati i reali effetti di una “epocale” riforma tanto osannata dalla ministra Gelmini ma criticata da professori per le pessime condizioni di lavoro in classi sovraffollate nelle quali è stato pressocchè impossibile garantire la qualità didattica. I precari da tempo avevano preannunciato questo bilancio catastrofico. Provvedimenti disastrosi sotto molti punti di vista tranne quello del risparmio per le casse dello Stato. Le propagande anti-spreco del governo Berlusconi hanno in realtà messo in ginocchio la scuola statale a favore della privata. Personale scolastico indignato, ignorato e isolato nelle difficoltà che ancora dovranno subire. I precari di Reggio Calabria tengono alta la tensione sul dramma che li riguarda e proprio in questi giorni hanno concluso assemblee nelle scuole del territorio reggino coinvolgendo docenti e personale ATA in dibattiti e riflessioni su quanto sta accadendo riscontrando con loro una partecipazione numerosa a dimostrazione dalla necessità di contrastare i provvedimenti che il governo Berlusconi ha inflitto nella scuola. Infatti lo sciopero degli scrutini è stato accolto favorevolmente quale forma di dissenso per il malessere generale che ha investito la scuola statale. Basti ricordare che solo in Calabria lo scorso hanno sono stati tagliati circa 3.800 posti tra docenti e ATA (49.000 in tutta Italia) e, nel prossimo anno scolastico verranno sacrificate ancora oltre 1.800 cattedre e 800 posti ATA (46.000 in tutta Italia). Sono stati chiusi 80 plessi scolastici calabresi su 300 nel territorio nazionale. Oltre ai tagli del governo, fanno credere che il calo demografico degli ultimi dieci anni ha aggravato la situazione. In una delle assemblee insieme ai portavoce dei precari (Fortunato Sorbara, Roberto Marando, Rosario Mandaglio e Giovanni Portas) anche Barbara Battisti dell’esecutivo nazionale USB-RdB Scuola che ha delineato un decennio di declino nella quale si è ritrovata la scuola e quale sofferenza pagherà ancora in termini di sacrifici in uno scenario non certo ottimistico. Si è analizzato il clima di sfiducia provocato dai sindacati confederali e di contro il ruolo del sindacalismo di base con le prossime iniziative in campo. Intanto la proclamazione dello sciopero degli scrutini è stata accolta favorevolmente come mezzo per dissentire nel confronti della Riforma Gelmini. Contrari invece i sindacati confederali dimostrandosi sempre più distanti e oppositivi. Questo sciopero  rievoca il “blocco” ad oltranza degli scrutini risalente a 20 anni fa che permise un rinnovo dei contratti e l’assunzione in ruolo di migliaia di lavoratori. Una forma di lotta repressa con la legge 146/90 che di fatto ha successivamente impedito scioperi prolungati ma, oggi leggittimati dalla deliberazione della Commissione di garanzia n. 99/258. Esclusi gli scrutini delle classi terminali. Lo sciopero breve indetto da USB-RdB, permette ai docenti di astenersi dal lavoro solo per uno scrutino (un ora di sciopero) ed alternarsi nei due giorni 7 e 8 giugno) consentiti per legge. I precari della scuola e la USB-RdB Scuola ribadiscono la necessità del ritiro dei tagli alla scuola previsti dalla legge finanziaria 133/2008; la definizione di un contingente di nuove assunzioni a tempo indeterminato pari a tutti i posti disponibili e stabilizzazione di tutti i lavoratori delle ditte che lavorano per la scuola (ex-Lsu, Co.co.co, a prestazione d’opera); il ritiro di tutti i regolamenti e decreti sulle elementari, le medie. le superiori e i centri per l’educazione agli adulti; il ritiro del decreto “salva precari” e dei contratti di disponibilità per la piena applicazione della legge 124/99 sui contratti a tempo indeterminato sui posti vacanti; l’avvio di un confronto con e tra tutte le componenti della scuola per il suo vero rinnovamento. Ritiro della finanziaria ammazza-scuola e della recente manovra-massacro. Le lotte non si fermeranno. Previste ulteriori iniziative a difesa del lavoro e della scuola statale.

 

 

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